Sembra una trama shakeaperiana, invece è l'Italia.
Nella politica dello stivale non c'è mai stato un Re. C'è stato un Duce e qualche monarca di statura più nana del nostro, perché tutti privi di un potere diffuso come quello attuale di Berlusconi.
Gli altri paesi europei un Re l'hanno avuto, Spesso più di uno.
Quei re stranieri hanno avuto un ruolo storico, quello di limitare i poteri dei baroni costruendo un potere centrale che col tempo e il cambio di scenario politico e sociale si è trasformato in sistema unitario e meglio governabile. Ciò che è mancato all'Italia.
Fino all'altro ieri. Oggi c'è un Premier che sceglie i suoi candidati nelle regioni (vedi Sardegna, Abruzzo ecc ecc) mettendo a tacere - così pare - le pretese dei signorotti locali. C'è un Premier che sa e può dire la sua in ogni questione pubblica (è al governo) e privata (controlla la pubblicità e quindi l'imprenditoria). C'è un Premier che non è un Duce, secondo alcuni al massimo è un ducetto. Per me - limitatametne a questo post - Berlusconi può essere un'occasione da non lasciarsi sfuggire.
L'Italia ha avuto staterelli, signorie, potentati, sistemi pentapartitici, CAF. Sempre e comunque poteri divisi o condivisi e mai sintetici (pare che almeno nella finanza un Re indiscusso ci sia stato, quel Cuccia signore di Mediobanca dove oggi siede la figlia del Premier).
Il punto è: quando sopraggiungerà la fine politica di Berlusconi, i signorotti locali rialzeranno la cresta o Berlusconi sarà stato davvero così forte da cambiare il sistema e lasciarcene uno, forse più indebitato, ma almeno capace di esprime leadership che non devono contrattare ogni giorno con signorotti e colonnelli la delega a governare ricevuta dagli elettori?
Tutte queste riflessioni nascono dalla dichiarazione più importante che Berlusconi potesse fare. Un vero spartiacque politico. E cioè il suo appoggio al referendum.
La rilevanza della notizia è da leggere tra le righe di quella Novella 2000 che è il nostro sistema di informazione. Berlusconi l'ha detto sottovoce per evitare che Lord Bossi s'incazzi, e ha dovuto schierare il gossip familiare a distrarre un po' i leghisti e tutti gli altri.
Oggi leggerete infatti ovunque che Veronica Lario è disgustata dal "ciarpame senza pudore", riferendosi alle veline destinate al Parlamento Europeo, personalmente scelte dal marito-premier. Notizia così preminente rispetto al temutissimo scontro Berlusconi-Bossi, da diventare la prima su tutti i siti di informazione - aaah! volesse il cielo che i giornalisti leggessero più La voce che Dagospia!
Tornando a bomba. Se Berlusconi appoggerà davvero il referendum che introduce il premio di maggioranza per il partito che prende più voti e non per la coalizione, e se il referendum passerà, probabilmente cadrà il governo, ma lui diventerà un quasi statista. Perché la Lega non sarà più perno di niente e avremo due soli megapartiti. Insomma, un'Italia un po' meno schiava dei ricatti dei nani.
Quelli veri.
[P.s. a Franceschini: piuttosto che al dito tra moglie e marito, sta attento al ditino tra il Reuccio e il suo Lord. Il PD ha tutto da guadagnare da quella lite]
[Gli storici mi scusassero per le palesi semplificazioni]
[Vignetta da Google Images]
1 commento:
Ad un paio di mesi di distanza, mi rendo conto che le cose stavano diversamente.
Gli scandali di Casoria e di Bari, nonchè l'accordo forzato con la Lega per affossare il Referendum che introduceva il premio di maggioranza per il primo partito e infine la "rivolta" di Lombardo hanno dimotrato che Berlusconi non è un monarca assoluto, ma risponde a poteri periferici, di cui è garante.
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