Spiegavo in questi giorni al mio coinquilino americano, deluso dalla sua avventura italiana, che Milano non è l'Italia. "Per trovare il meglio - gli dicevo - devi andare a Verona, Mantova, Bergamo, Padova, Perugia, Assisi, Napoli, Palermo, Lecce, Nuoro. Perché sai -aggiungevo - l'Italia è il paese dei cento comuni, delle piccole realtà legate ancora alle bellezze del territorio e alle cure familiari".
Parlando di famiglia, mi ha guardato male facendomi capire che la famiglia è un valore un po' più universale. Capito l'errore, sono tornato sui miei passi e ho cercato di spiegargli l'Italia attraverso la comicità di due nostri eroi: Totò e Sordi.
Gli ho detto che Totò rappresenta la comicità primitiva, teatrale, spontanea e dissacrante nel gesto apparentemente senza senso. "Conosci Arlecchino? Ecco, un po' come lui. Il teatro comico è nato qui, lo sai? Bene". "Sordi è invece una specie di comico d'autore, un po' più difficile da spiegare, te ne parlo un'altra volta".
Siamo andati su Youtube e gli ho mostrato la scena del treno di Totò, quella in cui sbeffeggia un rappresentante del potere, l'onorevole Cosimo Trombetta... "Aaah, e chi non conosce quel trombone di suo padre". Giù risate.
Ogni regione italiana ha sempre avuto - gli ho spiegato - la sua maschera, il suo comico. Poi, qualcuno più bravo diventava un simbolo nazionale capace di far ridere tutti e di irridere il potere. Ma nessuno, neanche Totò, è stato mai in grado di corrodere il potere, di logorarlo fino a migliorarlo o farlo cadere.
La comicità innata degli italiani non ha mai rappresentato una fonte di cambiamento, ma uno status quo. Non tanto perché i politici sono spesso più comici dei comici veri, ma perché noi tutti ridiamo e poi siamo contenti. Nessun comico, neppure Grillo, cambierà mai la politica italiana perché agli italiani piace ridere insieme, ma lottare in ordine sparso.
Oggi ha vinto Veltrusconi. Lo status quo semplificato a due grandi coalizioni.
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Il bipolarismo, come sogno e necessità politica italiana, risale almeno a trenta anni fa, a Berlinguer e Moro. Quella visione fu fermata col terrorismo, con le stragi, con i silenzi.
Quando iniziai ad interessarmi di politica, agli inizi degli anni '90, prima ancora di Mani Pulite c'era Bossi che diceva "Basta, Roma ladrona". A sbeffeggiare la politica con il celodurismo era un politico, non un comico. Bossi fu il primo personaggio fuori dalle ideologie comuniste, socialiste e democristiane a dire che c'era bisogno di qualcosa di nuovo. E molti lo seguirono.
Poi arrivarono i tribunali e le stragi di Palermo. Sembrava il momento buono per qualcosa d buono. Il bipolarismo, la politica dell'alternanza. Ma non era così. C'erano ancora le ideologie a rompere i maroni.
Oggi, definitivamente disintegrati pure i comunismi, fino alla loro completa sparizione dal nostro Parlamento, Bossi è il trionfatore, insieme a Di Pietro, eroe dell'epoca dei tribunali.
Ci sono voluti un po' di anni, molti disastri e soprattutto due grosse aggregazioni bancarie prime di arrivare al bipolarismo di questo 13 e 14 aprile 2008. Sì, le banche, perché la politica non è dei comici, ma dei progetti, del denaro che serve per realizzarli e della gente che è disposta a crederci.
Veltrusconi non sono i due leader dei principali partiti italiani fusi insieme, ma l'entità che rappresenta in parlamento gli interessi economici.
Dei soldi non ridono nemmeno gli italiani - ho detto a Jacob - "ne abbiamo tutti un gran rispetto".
Quindi, guardiamoci intorno e scoviamo nei nostri cento comuni le ricchezze che ancora non abbiamo disperso, perché a quelle ci teniamo, no? Se saremmo capaci una volta tanto di non metterci a ridere per tutto il resto, forse faremo qualcosa di buono e il mio coinquilino americano smetterà di prendermi in giro quando vede i nostri politici alla TV.
3 commenti:
"qualcosa è cambiato" sandro?
berlusconi che pensa al bene del paese e non ai cazzi suoi? veltroni che la smette di fare il cerchiobottista ed allestisce una opposizione tosta, compatta e duratura, pronta a subentrare fra 5 anni? entrambe le fazioni che la smettono di accapigliarsi tra di loro dandosi del comunista e del ladro-egocentrico-dittatore? anzi fanno le riforme, insieme, per il bene del paese?
scusa un attimo, torno subito, devo aprire la finestra che sta tornando a casa il mio asino.
sai, mi viene in mente il capodanno d'ogni anno. quando i buoni pensieri ti fanno sperare in un anno diverso, in qualcosa di buono.
e poi è il solito anno di merda.
che l'italia sia ben governata c'ho perso la speranza, figurarsi se me la da un berlusconi tris. ed un comunista kennediano (un pò come dire un diavolo prete) all'opposizione.
E' cambiato il fatto che non ci sono più comunisti, socialisti e pacifisti a rappresentare i cosiddetti deboli. Gli operai votano Lega.
E' cambiato il fatto che tutto sembra essere più semplice: o di qua o di là.
Non so se queste cose sono un bene o un male. Sto provando anche io a dimenticarmi i vecchi sistemi di riferimento, perché con quelli non capirei più la maggior parte degli italiani che esprimono un voto di paura, un voto razzista, revisionista e populista che si dimentica delle porcherie assurde fatte negli ultimi anni da una certa classe politica.
Hanno perso i chiacchieroni acculturati, ecco cosa. Hanno vinto i chiaccheroni furbi e terra terra, quelli più democratici. Perché una certa cultura spocchiosa è solo élitaria.
La legge elettorale era una "porcata" ma ha fatto vincere chi l'ha fatta.
La Lega è oggi la vera forza riformista italiana. Aspettiamoli alla prova dei fatti.
p.s.: non so quanto resisterò a fare il razionale. appena torno il mio mulo, passo da te che andiamo a farci un giro in europa :-)
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