mercoledì 5 marzo 2008

Liberalizzazioni. Anche noi.

Tema attuale? No, issimo.

Togliere le maglie al sistema, svecchiare, s-catenare, ammodernare, semplificare, ringiovanire. Ma soprattutto:
Esperienza o novità?

Ebbene, sempre più spesso sento di colleghi che rischiano il posto dopo anni di onorata carriera. I loro capi vogliono gente giovane, reattiva, aperta al nuovo (leggi digitale e dintorni).

C'è chi storce il naso, chi si batte e dibatte, chi non accetta di essere messo da parte e in discussione.
E c'è anche chi umilmente chiede tempo per dimostrare di essere ancora valido. Giustissimo concederglielo. Anzi, sacrosanto!

Ma andiamo più in fondo con un paragone azzardato.

Supponiamo che debba fare un intervento chirurgico abbastanza delicato.
In un ospedale lavora un noto internista, abituato ad operare con metodi consolidati ed efficaci. In un'altra clinica c'è invece un giovane medico, esperto in nuove tecniche, più rapide, meno invasive.

IO paziente-cliente, non avrei dubbi: meglio un'intervento di mezz'ora che mi lascia una minicicatrice.

Mia mamma, pure lei, non avrebbe dubbi: meglio il vecchio dottore che ha operato sua zia regalandole 8 anni di vita.

Ebbene. I NOSTRI clienti, i così-detti consumatori, potendo scegliere tra la solita, vecchia pubblicità-monologo-invasiva e la nuova comunicazione-dialogo-emergente cosa sceglierebbero?

La risposta, nel nostro settore, è appunto COSA, non CHI.

Perciò dico:

Aggiornatevi e tenete duro. Alla soglia dei quarant'anni suonati c'è ancora chi ripete:
"Perché io valgo".

[Immagine mia]

3 commenti:

.·•.° Flo ° .•·. ha detto...

Scusa la brutalità ma io penso che al giorno d'oggi, visti i tempi, tutti i clienti sceglierebbero il lavoro meno costoso tra quelli qualitativamente "accettabili". Sono finiti i tempi in cui si faceva sognare proponendo creatività innalzata a livello di opera artistica. Ma noi non ci diamo per vinti e continuiamo a proporre novità, esperienza, professionalità alle nostre agenzie, e tutto sta nella loro etica di ascolto. Non fermatevi!

Copyo ha detto...

Cara Flo, grazie per il post.

Io ho sempre pensato che la pubblicità non sia arte, ma solo un servizio.

Anche se guardando oggi le creazioni di Armando Testa la tentazione di "alzare" il livello è tanta, la pubblicità esiste per comunicare "qualcosa che è in vendita", anche le cose migliori e più utili, ma pur sempre in vendita.

L'arte magari vende - un quadro di Renoir costa un occhio, per esempio - ma è un'altra cosa.

Copyo ha detto...

Ah... dimenticavo... con "i nostri clienti" intendevo "i consumatori", non le aziende clienti delle agenzie.

Anche perché sono i colleghi degli uffici marketing che stanno rischiando il posto. non solo noi creativi!