lunedì 14 aprile 2008

Repression 2.0

Il titolo non è mio, ma di Newsweek.

Il magazine pubblica un articolo sulle nuove strategie adottate - così pare - dai servizi di controllo dei regimi totalitari.

Il concetto è semplice: "spies don't hide", le spie non si nascondono. Proprio come nelle attività "aperte" del web 2.0, chi desidera raggiungere un sistema di controllo basato sulla paura fa notare la propria presenza.

Diabolico.

L'articolo descrive i metodi di repressione 1.0. Nel primo periodo dell'epoca internet, i siti "pericolosi" venivano bloccati da software simili ai filtri parental control presenti su tutti i computer. Questo metodo non si è rivelato pienamente efficace perché è impossibile controllare tutte le nuove pagine pubblicate.

Così, si è pensato di raggiungere direttamente i webnauti nei luoghi social online - anche su cellulari - con messaggi tipo "sappiamo quello che fai, comportati bene". Questo crea l'idea di un controllo costante, invasivo, deterrente.

Diabolico 2.0 elevato X.

[p.s.: la Cina, stando all'articolo, è il leader di questa strategia. L'idea del nemico alle porte cresce. Mah!]

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